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Sla, ricercatori italiani identificano possibile bersaglio terapeutico
MEDICINA Pubblicato il: 07/08/2020 16:49
L'equipe ha osservato in laboratorio - in colture cellulari di motoneuroni e in modelli sperimentali di malattia - una riduzione del complesso molecolare del Retromer, un meccanismo che media il trasporto intracellulare delle proteine che stanno per essere riciclate o distrutte e che già da diversi anni è associato a malattie neurodegenerative, quali Parkinson e Alzheimer, ma mai alla Sla. I ricercatori hanno poi sviluppato una serie di molecole in grado di stabilizzare questo complesso molecolare, riducendo efficacemente nei modelli sperimentali il processo degenerativo dei motoneuroni. E rallentando, così, la progressione della malattia.
"Il lavoro è di natura strettamente pre-clinica - precisa Gianvito Martino, neurologo e direttore scientifico dell’Irccs ospedale San Raffaele, tra i coordinatori dello studio insieme al professor Pierfausto Seneci dell’Università degli Studi di Milano e al dottor Mario Milani dell’Istituto di Biofisica del Cnr di Milano - e si basa su osservazioni fatte in modelli sperimentali della malattia. Ma, con debita cautela, pensiamo che questo approccio possa essere ulteriormente sviluppato sino alla sperimentazione sui pazienti - sottolinea - Sebbene al momento non esista una terapia in grado di guarire la Sla, negli ultimi anni le ricerche in questa direzione si sono moltiplicate e la speranza di trovare presto un rimedio definitivo si fa sempre più concreta".